BASKET SOLE, QUANDO LA RIMONTA VALE UN CAMPIONATO

PENULTIMO A NOVEMBRE, ADESSO SBARCA NEI PLAY OFF PER LA QUINTA VOLTA CONSECUTIVA. MINI VIAGGIO NELLA STAGIONE PIU' DIFFICILE DI SEMPRE


PIACENZA - La voce dei numeri è quasi sempre la voce della verità. Soprattutto nella pallacanestro. Parliamo di 4 punti nelle prime 8 partite e di 12 nelle successive 12. Dopo la notte magica di Castel San Giovanni, dove ha superato la capolista, conquistando così una vittoria che è valsa l'ingresso nei play off, il Basket Sole si volta indietro e scopre di aver concluso una rimonta che, da sola, vale un campionato.
LA RIVOLUZIONE SILENZIOSA - A fine novembre, col peso di 4 sconfitte consecutive sulle spalle e una situazione sempre più complicata davanti, ecco la rivoluzione silenziosa, un rimpasto tecnico, umorale, di spirito. Qualcuno non se l'è più sentita e ha abbandonato. Qualcun altro ha rilanciato, lavorando su se stesso e aprendo le braccia ai nuovi arrivati.
I nomi, Tizio o Caio, non hanno importanza. Conta uno spirito ritrovato, un entusiasmo recuperato, un progetto rispolverato e la volontà di difendere fino in fondo la voglia di non cedere di fronte agli eventi.
Così, ecco un dicembre di grande speranza, superando la Valtarese in una partita autentico spartiacque della stagione. Poi, un gennaio di sostanza, coi successi su Planet e S.Ilario, un febbraio con sempre maggiore continuità, battendo prima Montebello e poi Cortemaggiore. Vivendo però qua e là qualche doloroso incidente di percorso. Come le sconfitte in volata con Fidenza e Salsomaggiore, oppure quelle ancor più traumatiche a fil di sirena contro Cus Parma e Valtarese.
QUANDO VINCE IL GRUPPO - Fino alla gara dell'anno, il derby con una Castellana scesa in campo per difendere il primo posto in classifica. Ebbene, il Basket Sole, indipendentemente dalle prodezze di Tizio e Caio, ha esaltato tutto ciò che è squadra e, alla fine, di squadra ha vinto e di squadra s'è salvato.
I NOSTRI ORGOGLI - Dietro al grande esempio del suo capitano, un Arata leader silenzioso, mai distratto quando si tratta di fornire minuti di qualità. Un Arata col rossoblù come seconda pelle, al pari di Poggi, Ciuti, Mori e i fratelli Sebastiani. Quelli, insomma, che ci sono sempre stati, al pari di coach Cavagnoli, che a un certo punto non ha avuto problemi a condividere i discorsi tecnici con coach Lavezzi.
Alla fine, è stato settimo posto. Mai, in 5 anni, il Basket Sole era finito così indietro nella griglia play off. Ma quasi mai, in 6 anni, quelli della sua storia, aveva esibito un atteggiamento così positivo di fronte a una stagione così particolare. Vincere aiuta a vincere. Ma quando perdi, per invertire la tendenza e risalire la corrente, o esibisci un impatto da copertina, oppure tanti saluti.
Così, ecco le braccia aperte verso i nuovi ingressi: Betti, Stellato, Sela, Cigarini, Bianchi, i colori che mancavano per recuperare piena competitività.
MAESTRO DEL RIMPASTO - Grandi lodi a questo Basket Sole maestro del rimpasto, camaleontico nel cambiare pelle durante le settimane. Senza entrare nei dettagli di Tizio e Caio. Perchè tanto, fare nomi è inutile. Conta chi è arrivato al traguardo e ha spinto fino ad aprile. Non importa se sia partito a spingere da settembre o da dicembre. E chi (poveri e tristi), quando la barca faceva acqua da tutte le parti, ha pensato che era meglio non sporcarsi le mani, saltando giù, rimangiandosi le promesse settembrine e infrangendo un patto d'onore... beh, peggio per lui. S'è perso qualcosa di bello, qualcosa di memorabile, capitoli di una storia a lieto fine, fatta di tanti ceffoni presi sul campo, ma soprattutto animata da uno spirito e da una volontà di non arrendersi di fronte a niente che, chi è rimasto, ha difeso fino in fondo.
Perché, al di là dei numeri, restano e resteranno le espressioni umane, i rapporti con i compagni, le prove di attaccamento verso la maglia e verso chi ci mette tempo, soldi e faccia. Di questo negli almanacchi non c'è traccia. Ma nei cuori di chi lo ha vissuto, rimarrà stampato a fuoco.
                                                                                                                 Carlo Danani