I VOLTI DEL FULMINE ROSA: SARA BOTTERI

DA BORGONOVO CON TANTA VOGLIA DI RICOMINCIARE:"PRIMA SPIAZZATA, ADESSO ENTUSIASTA"
 
Ecco Sara Botteri, che si racconta in attesa di vestire la canotta del Fulmine Rosa, rispolverando un amore mai dimenticato per la pallacanestro.

"Ho iniziato a giocare a pallacanestro nelle fila del Basket Borgonovo, dove sono rimasta fino a quando ho smesso alcuni anni fa. A 8 anni ho conosciuto il minibasket a Pianello con le istruttrici Chiara Motta, Francesca Cavallini e Ambra Zotti, per poi continuare nelle giovanili a Borgonovo, con Marco Fugazza e Renato Scherz, in prima squadra tra la serie C e la B, con Carlo Ironi e negli ultimi anni con Betty Necchi.
UNO STOP DOLOROSO - La mia esperienza cestistica sembrava essere finita 6 anni fa, quando la società di Borgonovo non ha più portato avanti la squadra senior. Ho smesso molto a malincuore, avrei potuto continuare cercando spazio in altre realtà cestistiche, ma in quella fase della mia vita sarebbe stato difficile per questioni personali e lavorative. Tuttavia, non essendo stata del tutto una mia scelta abbandonare l'attività, ho sempre pensato dentro di me che io e il basket avevamo una questione in sospeso e che prima o poi avrei ripreso la palla a spicchi in mano. Quando ormai questo pensiero era ben lungi da me, ho ricevuto la proposta di entrare a far parte del Fulmine Rosa. Questa notizia mi ha inizialmente spiazzato e, seppur molto entusiasta, ho deciso comunque di prendermi del tempo per pensarci su... Come sempre mi sono posta mille domande, pensando a pro e contro, ma più ci pensavo e più realizzavo che avevo davvero voglia di tornare a provare le emozioni che il basket ti regala.
Non sono mai stata una primadonna, ho incontrato molte giocatrici più brave di me, dalle quali ho imparato molto, quello che mi ha sempre contraddistinto e che considero i miei punti di forza sono grinta e agonismo. Ho sempre giocato nel ruolo di playmaker, cercando di dare il meglio per me e per la squadra.
BASKET SEI UNICO - Quando ho smesso di giocare a basket mi sono cimentata in altri sport di squadra, che già praticavo saltuariamente, soprattutto durante l’estate, come beach volley, pallavolo, calcetto ma, seppur divertenti, in nessuno di questi ho mai trovato le stesse emozioni e lo stesso coinvolgimento che la pallacanestro ti offre.
Sono molto contenta e curiosa di cimentarmi in questa “quasi nuova” esperienza, ma ammetto di essere anche un po’ spaventata, perché il cambiamento in genere mi destabilizza. Ormai ho 31 anni, il mio fisico non è più quello di una ventenne e il fatto di essere una delle “vecchie” della squadra, quando invece sono quasi sempre stata una delle più giovani, mi fa un po’ specie, però penso che valga la pena correre certi rischi.
EMOZIONI E SORRISI - Spero in questo primo anno di Fulmine Rosa di divertirmi molto, di sorridere tanto, di sentire la sensazione di stanchezza alla fine dell’allenamento, di avere le gambe indolenzite, di piangere, di ascoltare il ciuff della retina, di bere una birra dopo la partita, di arrabbiarmi, di stringere nuove amicizie, insomma di provare ancora quello che per me significa il basket".